venerdì 29 ottobre 2010

Emilio Solfrizzi canta e balla

Cristina Bravini (direttore di produzione)
Siamo dunque arrivati a Roma. Curiosa sensazione. Qui ho casa, vivo da anni. Eppure c'è una strana distanza in queste prime ore di ritorno. Come di scollamento. Credo sia normale. Le riprese ricominciano qui, già sono ricominciate, per raccontare l'approdo di Piero Cicala nel caos metropolitano che stride in maniera così forte con la quiete delle risacche pugliesi.
Alessio Bastianelli
(ass. operatore focus)
Ieri è stata una giornata interessantissima: abbiamo girato a Cinecittà 3, una bellissima realtà produttiva in piena campagna tra Capannelle e Cinecittà. Abbiamo provato una scena importantissima: la ricostruzione della trasmissione "I migliori anni", dove Cicala approda invitato da Carlo Conti. Ed il carissimo Carlo era con noi a reinterpretare la sua trasmissione di successo con Solfrizzi-Cicala, davanti ad un enorme cromakey verde, nel quale intarsieremo su fondi già girati nella vera trasmissione i nostri attori. Emilio se l'è cavata benissimo, ha cantato e ballato; Conti una forza della natura, è un piacere vedere che capacità ha di fluidificare, movimentare il materiale dello show, una lezione di tempismo. La troupe era divertitissima e le belle canzoni suonate in playback ci hanno regalato un pomeriggio di lavoro faticoso, ma anche leggero. Una buona giornata insomma.
Daniele Petruccioli (gruppista) e
Roberto Dragone (segretario di produzione)
Ho una troupe speciale, ogni ora che passa ne ho conferma.
Sono certo che Roma sia molto importante per dare la sensazione che per Piero Cicala le strade siano ancora tutte aperte. Qui il suo incontro con Talita Cortès, la catalizzatrice iconica, la bellissima star di passaggio, apre scenari di tale verità e sorpresa che credo ci divertiranno molto.
Seguiteci sempre. A presto, Cap



Emilio Solfrizzi


 

giovedì 28 ottobre 2010

Dalla Puglia a Roma con amore e musica

Salvatore Marino, Emilio Solfrizzi, Gaetano D'Amore

Iaia Forte
Rieccoci qua cari amici!
Il cinema è così, a un certo punto diventa un fiume in piena e ti tocca navigarlo con la massima attenzione... il tempo, nostro assoluto padrone, decide cosa, come e chi, e c'è una sola che conta, finire il programma scritto sull'ordine del giorno, il resto passa in secondo piano.
Ma ora cerco di recuperare con un breve racconto di come sono andate le cose fino ad oggi. A parte qualche giornata di pioggia che ci ha snervato oltremodo, è andato tutto bene.
Fabrizio Buompastore, Iaia Forte,
Emilio Solfrizzi
Alla fine della terza settimana abbiamo comunque lasciato a malincuore la Puglia. Siamo stati accolti e assistiti in maniera straordinaria. Da tutti, in primis la popolazione di Savelletri, poi la Film Commission pugliese, le istituzioni di Fasano.
È stato un momento bello sia umanamente che artisticamente. Il film credo se ne avvantaggerà molto di quella partenza, di quella vicinanza al realismo dei luoghi, delle voci, delle facce. Ho coinvolto tantissimi abitanti e cercato di far entrare nella vicenda e nel tessuto narrativo i suoni e le luci di quella umanità, dai connotati così peculiari, dalla lingua tanto umana e vicina allo spirito del film. Sarò sempre grato a quella gente, a quel mare, a quella terra.
Emilio Solfrizzi credo abbia davvero fatto moltissimo; il riconoscimento quotidiano, l'affetto e gli sguardi di tutti credo siano stati propulsivi per una sua interpretazione del personaggio davvero importante. 

Azzurra Martino, Totò Onnis
Gianni Colajemma
E anche tutti gli altri attori (Iaia Forte, Totò Onnis, Fabrizio Buompastore, Gaetano D'amore, Salvatore Marino, Gianni Colajemma, Azzurra Martino) penso abbiano vissuto momenti particolarmente felici e dai primi sguardi al montaggio, che è già iniziato, mi sembra il materiale confermi questa sensazione. Ve ne parlerò con maggiore dovizia quando, sprofondando nel crogiuolo dell'editing digitale, vi racconterò come nasce davvero il film e quali strade meravigliose si possano intraprendere in quella sede, lo specifico dell'opera filmica senza alcuna ombra di dubbio.


Nico Cirasola, Totò Onnis, Manuela Morabito









martedì 12 ottobre 2010

Una bella scoperta

Gaetano D'Amore
Gaetano D'Amore, pugliese, 18 anni, è un attore naturale. Qualcuno definisce questo genere di persona "attore nato". Per quanto approssimativa come tutte le definizioni, preferisco la prima.
Ho incontrato Gaetano ad un casting-call organizzato dal bravo Lello Petrone, talent-scout e organizzatore di produzione pugliese che qui ha una conoscenza capillare delle risorse umane.
Cercavo l'interprete per il personaggio di Vincenzo Corrente, il figlio di uno dei parolieri di Io te e il mare (il successo che Piero Cicala, e i suoi amici Corrente e Ciola appunto, sfornarono all'inizio degli anni '80 vendendo quasi un milione di copie del disco), che lavora nel ristorante dove Piero fa il cuoco.
Vincenzo sogna di diventare anche lui, un giorno, un cantante e vede in Piero, reduce del successo passato, una sorta di mito, un eroe... seppur alla deriva in quel borgo di pescatori dove ha ripiegato per una vita senza pretese e tutta al presente.
Gaetano è pizzaiolo nella vita, ma ha fatto un provino straordinario. E l'ho ingaggiato. Il suo compito nel ristorante, infatti, è fare le pizze, e le fa davvero bene. Poche volte mi è capitato di trovarmi davanti a tale capacità di interpretazione senza scuola dietro, senza sovrastruttura, assolutamente un dono fantastico questo che ha il giovane D'Amore. La sua capacità espressiva e la naturalezza che lo caratterizzano in dialoghi anche molto complessi, me lo fanno avvicinare, senza timore di esagerare, a certi nuovi talenti del giovane cinema americano.
Cappuccio pensoso
Sono molto contento di questa scoperta e del suo impiego nel film, i suoi dialoghi con Solfrizzi sono davvero merce rara per la verosimiglianza della storia. E vedo che Emilio si diverte molto con questo ragazzo di talento.
Oggi ha girato una bella sequenza. Vincenzo va a casa di Piero (Solfrizzi) per imparare a suonare, quasi in clandestinità, la chitarra. Piero gli dà dritte tecniche, ma soprattutto di vita. Vincenzo con la sua bellissima faccia da schiaffi trasuda una schiettezza e dolcezza davvero notevoli, il suo affetto per Piero scalda tantissimo la vicenda del film, e i suoi sogni credo possano coinvolgere nell'identificazione di una bella parte di pubblico giovane. Lo spero almeno.
A domani!
Cap

lunedì 11 ottobre 2010

Che giornata ragazzi!!!

il ristorante sotto il grecale
Oggi ho davvero pensato che non sarei stato in grado di finire il programma.
Una scena piuttosto complicata del film, con sessanta persone sul set, nel ristorante, a guardare la tv, a seguire uno show televisivo, a interagire tra loro, interagire con le ondate di umore della trasmissione tv, a raccontarci dinamiche, battute, conflitti, speranze, ruggini, sorprese, buffagini, insomma un mondo all'interno di un solo ambiente, a otto metri dalle onde furibonde di questa notte di grecale che ha portato vento e pioggia tutto il giorno e che mi ha costretto, per evitare problemi col sonoro della presa diretta, a chiedere di foderare il tetto del ristorantino con della gommapiuma!

Eugenio Cappuccio (foto di Andrea Catoni)

Il produttore deve aver giustamente pensato: questo è matto... La gomma ha funzionato, e anche tutta la macchina. E forse un po' matto lo sono...
Non so neppure io come sono riuscito a chiudere questa scena, per la quale ci sarebbero voluti due giorni, credo. O forse no?
Non si può mai dire col cinema, dipende dal punto di vista, da come sai, puoi, e vuoi raccontare. Puoi metterci un giorno a girare due inquadrature e un'ora per farne cinque, dipende... campi magnetici.
È così.
A domani, Cap

sabato 9 ottobre 2010

Meteo e cinema

Emilio Solfrizzi e Fabrizio Buompastore
Una settimana si è quasi conclusa. La prima di otto al termine delle quali si potrà dire che una fase del film è davvero terminata. Una settimana di avvio, di rodaggio, di incontri, anche confronti accesi, capire chi, cosa, dove, come. Il cinema è così. Una specie di vita concentrata, in un laboratorio che è il set, e che dà forma ai mattoni del film, processo iniziale, non definitivo ma fondamentale per capire che stai facendo, che film devi, puoi, fare. Per me è affascinante, stancante, strano.
Se devo essere sincero, alle riprese preferisco il montaggio, forse come approdo, recupero delle forze, confronto con la trama vera, il momento della resa dei conti sostanziale. L'intimità di una placenta dove tutto o quasi tutto è possibile, per rinascere sorprendentemente nuovo, inaspettato.
Emilio è un grande attore, sente questo personaggio di Piero Cicala in una maniera quasi dolorosa, nonostante sia una commedia umana, ma forse proprio per questo. E il risultato mi pare stia lentamente palesandosi, in una interpretazione davvero meravigliosa. Oggi ha girato una scena davvero notevole, con Fabrizio Buompastore che se l'è cavata benissimo pur dovendosela giocare con un fuoriclasse come Emilio. I due mi pare abbianto trasmesso le emozioni importanti che la scena racchiudeva davvero in maniera straordinaria.
Iaia Forte con Sandro Fabriani (capo
squadra macchinisti) ed Eugenio Cappuccio
Anche gli altri attori mi sembrano tutti al loro posto, al loro personaggio, al loro destino di elementi che compongono la vicenda.
Iaia Forte è una forza della natura, con le sue lunari e carnali vibrazioni mi ricorda la metafisica seduzione di certe pitture pompeiane, i suoi occhi racchiudono un mare di sensazioni diverse, di promesse e fulmini. Un' attrice splendida. Rara.
Oggi Andrea Marrari, il mio aiuto, mi dice che il tempo dei prossimi giorni non prometterà nulla di buono, e siamo anche dentro ad un cover-set che purtroppo abbiamo scoperto, sotto la pioggia, non essere in grado di garantire la ripresa sonora pulita, causa il tetto in alluminio, che trasforma l'interno nella cassa di un tamburello... ci aspettano giorni duri ed umidi. Ma andiamo avanti!

venerdì 8 ottobre 2010

La squadra

A seguirmi nell'avventura di questo film ho i miei usuali collaboratori e molti altri nuovi che ho avuto la fortuna di incontrare grazie alla "factory" Duea, come lo scenografo Giuliano Pannuti, la regista responsabile dell'edizione Mariantonia Avati e le costumiste, Maria Fassari e Stefania Conzaga.
Tra i miei vecchi collaboratori: la fotografia sarà di Gian Filippo Corticelli (e dell'operatore Luigi Andrei), il suono di Mario Iaquone, a curare il reparto trucco e parrucche, settore "strategico" di questo film, ci sarà lo straorinario staff Rocchetti.

Giuliano Pannuti (scenografo)
e Pasquale Tricoci (arredatore)

Il mio aiuto regista Andrea Marrari, con il quale ho un sodalizio umano e professionale da quasi trent'anni, mi scorta, tra gli altri, verso quella che spero sarà una buona realizzazione di questo film che si girerà in Puglia, a Roma ed in Texas.

Un'importante nota tecnica. Questo film verrà girato interamente con delle macchine fotografiche ad alta definizione in grado di scattare 24 fotogrammi ed oltre, Full Hd, al secondo ed in grado di montare ottiche cinematografiche professionali, l'occhio che fa la diferenza per l'immagine. Eh si, vi parrrà strano ma è così!

Emiliano Topai (ass. operatore focus)
Ormai la pellicola ha fatto il suo tempo, lo dico con nostalgia, ma senza particolari rimpianti; oggi l'immagine digitale rappresenta non tanto il futuro, ma un sonante, ineludibile presente e occorre farci i conti anche nel cinema. All'estero è già qualche anno che la digitalizzazione dei supporti e l'uso di queste tecnologie è norma, da noi si comincia a pensare al cinema digitale da molto meno tempo, ed il nostro sarà il primo lungometraggio "classico" interamente realizzato con la tecnologia delle Canon D7, queste straordinarie camere ad alta definizione che garantiscono una facilità di impiego ed una drastica riduzione dell'illuminotecnica cinematografica, con un notevole guadagno sui tempi di preparazione e realizzazione della scena.

Maria Antonia Avati ai comandi dell'edizione
Insomma, il futuro è tra noi e credo che farà molto bene alla nascita di nuovi stili, linguaggi e storie per il cinema, arte che mai soccomberà, ma che deve necessariamente, ciclicamene passare attraverso trasformazioni importanti, a volte anche dolorose, ma inevitabili.
Cari amici, adesso sapete come è nato questo film. Ovviamente continueremo a raccontarvi step by step, e tutto in diretta dal set: quanto avviene, si sente e si vede su questo set, che mi auguro interessante per voi e per noi. Sono sicuro che non mancheranno le sorprese e il divertimento.

giovedì 7 ottobre 2010

Il cast

©marcodelia
Il cast di questo film è forse una delle sue particolarità più originali, ed anche un po' "pazze". Sono molto felice di come lo abbiamo messo su assieme ad Antonio e Pupi Avati e gli altri collaboratori.
La scelta di avere Emilio Solfrizzi come protagonista, il cantante Piero Cicala appunto, nasce dalla necessità di trovare un bravo interprete capace di cantare e suonare e racchiudere in sé quella vena di divertimento, ma anche malinconia mai pesante, che questo nostro straordinario attore porta con sè. Un attore in grado di trasformarsi con il trucco, invecchiando di una decina di anni e mantenere però quella vivacità di sguardo che Solfrizzi possiede.
Più avanti pubblicheremo su questo blog del link che vi permetteranno di collegarvi al mio sito personale e naturalmente a quello del film, dove vi mostreremo una serie di provini, anche tecnici, trucco, parrucco, e registrazioni di incontri con gli attori, alcuni davvero esilaranti.
Bélen Rodriguez è stata per me una piacevole sorpresa, dato che al nostro primo incontro, oltre ad una scontata bellezza, ho trovato una donna sensibile, attenta e determinata ad affrontare l'avventura di un film del genere con un entusiasmo e disponibilità rare in una persona di successo. E molto molto spiritosa. Il personaggio di Talita Cortès, la diva multimedia multiformat multitestimonial credo sia davvero riuscito e sono convinto che piacerà parecchio nelle splendide forme di Bélen.
Gli altri attori del film sono volti più o meno noti del nostro teatro e cinema, tutti devo dire grandissimi interpreti, che rispondono alla mia ineludibile esigenza di avere intorno ai protagonisti individui di presenza e forza mai seconda e sempre in grado, attraverso la loro arte, di raccontare "storie nella storia", cosa questa per me fondamentale e stimolantissima. Ricordo dunque Iaia Forte, che interpreta la moglie di Solfrizzi-Cicala, Totò Onnis, l'amico del cuore, chitarrista che oggi fa il barbiere e sogna la rentree, Fabrizio Buompastore, l'emissario mandato da Roma per convincere il cantante spiaggiato a tornare alla ribalta, e tantissimi altri di cui vi parlerò più avanti.
Cap

mercoledì 6 ottobre 2010

Mojtos e full HD

Luigi Andrei, operatore
Oggi è stata dura! Ho girato una scena per intero, quella in cui l'Emissario (Fabrizio Buompastore) arriva finalmente nel ristorante di Piero a Savelletri ed incontra la moglie dell'ex cantante Marta (Iaia Forte) con questa ha un dialogo molto intenso e divertente, quindi se ne va con le pive nel sacco. 
E ho poi iniziato una delle scene madri, il confronto-scontro a tavola tra Piero e tutti i dipendenti-amici-moglie, sulla sua decisione di andare o meno in tv, accettando l'invito de I Migliori Anni, per tornare a cantare in diretta televisiva appunto.

Albertino Marchiori, assistente operatore

Questa scena non l'ho finita, ma era prevista la sua parziale esecuzione; domani tentiamo di terminarla, ma sempre domani ne devo girare altre due, e nemmeno troppo semplici... insomma la salita si fa ogni giorno più ripida, ma la troupe mi sembra entrata ad ottimo regime, i reparti si coordinano bene e c'è una sostanziale armonia e buona atmosfera. Non mancano momenti di tensione, ma fa parte del gioco e della elettircità di un processo così particolare come la messa in scena cinematografica.
Salvatore Marino e Azzurra Martino



Gli attori sono bravi e giusti. C'erano Totò Onnis, Salvatore Marino, Azzurra Martino. Il tempo, con i suoi variare di luce e nuvole, ci sta facendo diventare abbastanza pazzi, il digitale in questo non fa sconti, forse anche peggio della pellicola. Andiamo avanti!
Davanti al ristorante-location c'e un bar di cui domani dirò il nome, che fa degli aperitivi fantastici, uno spritz all'Aperol assolutamente perfetto. Domani ci promettono un mojito che pare stratosferico!


rivoluzione digitale

martedì 5 ottobre 2010

La radice della fortuna

A Savelletri ci sono due strade che si incontrano in una piazza-slargo a forma di mezzaluna, ritagliata nel marmo e nel mare. Il pontile si allunga come una sottile matita bianca nello specchio azzurrissimo che, quando verso il tramonto si carica della luce dell'ovest, diventa di puro zaffiro senza alternative. Là gireremo il finale del film prima di tornarcene a Roma. Ecco il mare di Puglia, un'iride di bellezza; ed eccolo placarsi a stento sulla ferita accanto, la terra, che come una macchia di olio carminio, terra rosso ruggine densa come sangue, è il letto nel quale affondano le radici, dure come pietra e vive come uno sguardo possente, le vene di una storia lontana, come un sogno d'infanzia, verdi come solo la vita e la natura matrice di anima sa donare, questi ulivi vecchi quanto la Sistina, vibranti come una sacra reliquia, un miracolo per chi li guarda, sfiora. A perdita d'occhio e di senno quasi.
Ho amato la Puglia dal primo momento, ne sono stato soggiogato, stretto, abbracciato, accarezzato. È entrata dentro di me come una cascata che smuova profondità vissute chissà quando e chissà da chi, e forte come un sole negli occhi. Sono felice di essere qua e racontarla in qualche modo questa bellezza. È un dono vero.
È stata una giornata faticosa, ma qui, piantati in questa terra, non ci si sente sprecati, come altrove capita.
È come avvertire che da qualche parte, qua sotto, corra una radice misteriosa e auspicabilissima, quella della fortuna primigenia. Terra-Dea è davvero questa.



Al polpo re

Maurizio Pompella (il "fetente" pokerista)
e il regista Eugenio Cappuccio, ore 6.20
Due righe dalla sala colazioni dell'Hotel Levante. Il tempo per le prossime ore non promette bene, domani è prevista pioggia ed oggi comunque un vento di scirocco smuove masse nuvolose verso di noi. Siamo così legati ai fattori atmosferici che per certi versi il nostro lavoro assomiglia più a quello di uno scalatore o di un marittimo.
Marco Sticchi, il mitico capo elettricista,
ed Eugenio Cappuccio a colazione (ore 6.30)
Oggi giro due scene molto importanti, quella della partita di poker con due mezzi, più che mezzi, delinquenti con i quali Piero (Emilio Solfrizzi) si indebita pericolosamente, e quella sugli scogli, davanti al mare prospicente il ristorante "Al polpo re" (abbiamo ribattezzato così la location qui a Savelletri del locale dove Piero lavora) tra Solfrizzi e Totò Onnis, che interpreta Gianni, l'amico "del cuore" del cantante, ma anche suo mentore, nonché compartecipe passato del successo musicale di Piero, del quale fu paroliere e chitarrista, ma che poi spiaggiò nel borgo e rilevò l'esercizio di barberia del padre, vagheggiando e sognando ad occhi aperti una improbabile "rentrée" con l'amico del cuore.
Uno dei delinquenti è il mio attore feticcio Maurizio Pompella, ormai al suo quinto film con me. Un attore "naturale", molto versatile e simpaticissimo, aversano, un camorrista perfetto a modo suo.
Totò Onnis è mio amico da sempre, straordinario ed umanissimo interprete, ci siamo conosciuti nel 1983 sul set di E la nave va. Sono felice di averlo scelto per il ruolo di Gianni, credo sia la persona giusta per esprimere quei tratti di comicità, umanità e nostalgia che quel personaggio porta nella storia.
Saluti a tutti, Cap

lunedì 4 ottobre 2010

Primo giorno di riprese

Eccoci qua, il film inizia!
E mai come in queste ore senti quanto corrisponde al vero quella frase inventata dal grande Eduardo: gli esami non finiscono mai!
Non finiscono mai come probabilmente non finiscono mai le idee e la nostra percezione e desiderio di come vorremmo da tutti i nostri sforzi venisse fuori un mondo migliore, forse.
Comunque, qui a Savelletri stamattina il cielo è coperto, tira un leggero vento da sudest, il mare sembra scivolare deciso verso di noi, ma senza schiumare.


Luigi Rocchetti (Capo Truccatore) e
Massimiliano Duranti (Capo Parrucchiere)

Solfrizzi è già al trucco da un’ora, ieri sera era di buon umore, mi sembra. È una bella energia per questo film Emilio, sono contento della mia scelta.
 Ha una sessione di makeup parecchio lunga ed elaborata, ma è nelle mani dei migliori, Rocchetti e Durante, due maghi. 
È un giorno dal programma abbastanza leggero, spero, iniziamo con un’uscita di Emilio dal ristorante che va a giocare alle slot machines nel bar di fronte, dopo aver cambiato cinquanta euro in pezzi da uno che gli vengono consegnati in una busta di plastica.

Laura Tonello (truccatrice)

Una scena di gioco d'azzardo, in cui se perdi o se vinci è un esame che non finisce mai, forse in questo si cela il fascino perverso del gioco, nella sua lancinante adiacenza con la vita.
Questa mattina si mette alla prova la "macchina", e soprattutto il nuovo sistema di ripresa che ho voluto per questo film, che si gira con delle macchine fotografiche superavanzate, le Canon D7, che oltre a fare foto registrano in alta definizione.
A dopo
Cap

domenica 3 ottobre 2010

Eugenio Cappuccio racconta Pupi e Antonio Avati

È stato davvero un bel momento scoprire che due uomini di cinema del calibro di Pupi ed Antonio Avati, decidevano con convinzione ed affetto di affidare lo sviluppo e la regia di un tale progetto a me, che del lavoro di questi due cineasti italiani importantissimi ha avuto sempre una grande stima.
Non avevo mai incontrato prima Antonio, che della DUEA è il produttore; avevo però sempre pensato che buon assortimento doveva essere per un regista avere un fratello produttore e per un produttore avere un fratello regista, Pupi appunto. Originalissima formula, che ha permesso a questa società cinematografica di darci negli anni quasi 40 film.
il produttore Antonio Avati
Mi piace la DUEA perchè è eminentemente quella che si definisce una "azienda familiare", e lo dico nel senso della migliore accezione. Cioè di struttura, gruppo che va avanti, si sviluppa e cresce con una filosofia attenta, non solo all'aspetto economico dei processi ovvi della produzione, ma straordinariamente sensibile ad organizzarsi attraverso figure di collaboratori con i quali il rapporto principale si fonda sulla stima reciproca, affetto, partecipazione alle problematiche tutte oltre che agli onori, e senso della misura.
Insomma, una "casa" dove non mancano i momenti di confronto anche acceso, ma dove sempre senti che qualcosa di "altro" dal semplice ruolo di dipendente, collaboratore, assunto, costituisce il legame e il progetto.
Una formula originale, non facilmente ripetibile che naturalmente mi ha sedotto e fatto appunto "sentire a casa". Una casa di cinema.

Eugenio Cappuccio talks 2

Cari amici eccoci qua a cercare di raccontarvi questo nuovo film, che mi sto accingendo a dirigere con grande gioia e usuale emozione.
L'idea di questo lungometraggio nasce nella DUEA dei fratelli Antonio e Pupi Avati, i quali con mio grande piacere, mesi fa mi parlarono di questo soggetto - scritto appunto da Antonio - e che raccontava della vicenda umana, divertente e rocambolesca, di un cantante che dopo un singolo di straordinario successo, finiva nel dimenticatoio, e dopo trent'anni veniva richiamato a resurrezione in una trasmissione televisiva nazional popolare di grandissimo ascolto dove si riesibiscono vecchie glorie canore... da là una serie di avventure di vario tipo che conferiscono alla storia il deciso tratto della commedia umana.
Su quel soggetto di Antonio, ho lavorato insieme allo scrittore Claudio Piersanti, già autore di numerosi romanzi di successo e di sceneggiature altrettanto importanti al quale mi sono affiancato per scrivere prima un trattamento e quindi la sceneggiatura del film che ci accingiamo a girare.
Nei futuri post scenderemo insieme con voi sempre più nel dettaglio.

foto di Andrea Catoni