venerdì 8 ottobre 2010

La squadra

A seguirmi nell'avventura di questo film ho i miei usuali collaboratori e molti altri nuovi che ho avuto la fortuna di incontrare grazie alla "factory" Duea, come lo scenografo Giuliano Pannuti, la regista responsabile dell'edizione Mariantonia Avati e le costumiste, Maria Fassari e Stefania Conzaga.
Tra i miei vecchi collaboratori: la fotografia sarà di Gian Filippo Corticelli (e dell'operatore Luigi Andrei), il suono di Mario Iaquone, a curare il reparto trucco e parrucche, settore "strategico" di questo film, ci sarà lo straorinario staff Rocchetti.

Giuliano Pannuti (scenografo)
e Pasquale Tricoci (arredatore)

Il mio aiuto regista Andrea Marrari, con il quale ho un sodalizio umano e professionale da quasi trent'anni, mi scorta, tra gli altri, verso quella che spero sarà una buona realizzazione di questo film che si girerà in Puglia, a Roma ed in Texas.

Un'importante nota tecnica. Questo film verrà girato interamente con delle macchine fotografiche ad alta definizione in grado di scattare 24 fotogrammi ed oltre, Full Hd, al secondo ed in grado di montare ottiche cinematografiche professionali, l'occhio che fa la diferenza per l'immagine. Eh si, vi parrrà strano ma è così!

Emiliano Topai (ass. operatore focus)
Ormai la pellicola ha fatto il suo tempo, lo dico con nostalgia, ma senza particolari rimpianti; oggi l'immagine digitale rappresenta non tanto il futuro, ma un sonante, ineludibile presente e occorre farci i conti anche nel cinema. All'estero è già qualche anno che la digitalizzazione dei supporti e l'uso di queste tecnologie è norma, da noi si comincia a pensare al cinema digitale da molto meno tempo, ed il nostro sarà il primo lungometraggio "classico" interamente realizzato con la tecnologia delle Canon D7, queste straordinarie camere ad alta definizione che garantiscono una facilità di impiego ed una drastica riduzione dell'illuminotecnica cinematografica, con un notevole guadagno sui tempi di preparazione e realizzazione della scena.

Maria Antonia Avati ai comandi dell'edizione
Insomma, il futuro è tra noi e credo che farà molto bene alla nascita di nuovi stili, linguaggi e storie per il cinema, arte che mai soccomberà, ma che deve necessariamente, ciclicamene passare attraverso trasformazioni importanti, a volte anche dolorose, ma inevitabili.
Cari amici, adesso sapete come è nato questo film. Ovviamente continueremo a raccontarvi step by step, e tutto in diretta dal set: quanto avviene, si sente e si vede su questo set, che mi auguro interessante per voi e per noi. Sono sicuro che non mancheranno le sorprese e il divertimento.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusa "Cap", ci sphieghi meglio questo prodigio delle canon D7. E complimenti per la squadra!
Ciao, Nicola

Eugenio Cappuccio ha detto...

Ciao Nic
Le canon d7 sono macchine a due processori con sensore da 18 megabits in grado di poter registrare files video fullhd a 24 fotogrammi al secondo e , nota molto importante, montare con rispetto del formato focale, le ottiche cinematografiche cooke
http://www.cookeoptics.com/
bbiettivi dalla straordinaria qualità e luminosità normalmente utilizzati per impieghi cinematografici professionali classici. Insomma è una rivoluzione che coniuga l'elettronica avanzatissima con la meccanica ottica più incredibile. Il risultato sono immagini ad altissima incisione e contemporaneamente versatilità del formato elettronico, ma anche la "pasta" tipica" del formato "cine". Grazie per i complimenti che rigiro alla squadra stessa! a presto.
Cap

Anonimo ha detto...

Complimenti per la risposta, e complimenti alla Squadra . Gustavo

Eugenio Cappuccio ha detto...

Grazie Gustavo.
a presto!
Cap

Anonimo ha detto...

E' tutto un errore quella risposta
Le camere si chiamano 7D non D7, sono da 18 megaPIXEL! non mebabit (la s plurale inglese in italiano non si usa) i megabit si usano solo per i modem, 24 fotogrammi per secondo è il minimo per girare un video, al di sotto si vedremme un immagine a scatti come quella dell'8mm... In ultimo non conserva la focale delle ottiche cinematografiche perché ha un sensore più piccolo di formato aps per cui la lunghezza focale va moltiplicata per un cosiddetto fattore di crop....
inoltre ci sarebbe da domandarsi se obiettivi creati per coprire frequenze spaziali molto più basse sia sensato utilizzarli per un sensore ad alta frequenza spaziale quale il CMOS Canon...
Inoltre le ottiche Cooks coprono il formato Super35 ovvero lavorano su un formato ancora più ampio il che significa che necessitano di una superficie fotosensibile ancora più grande per rendere...

Anonimo ha detto...

A meno che non usiate le ottiche per la RED... Ma a quel punto perché non usare la RED?

Isabella Deiana ha detto...

W la squadra!!!Complimentoni!!!Non vedo l'ora di vedere il film!!!